La scelta del contratto da adottare per la connettività in azienda è sicuramente un problema complesso: le offerte commerciali sono spesso su livelli legati quasi esclusivamente alle tecniche di marketing, e in molti casi non è neanche troppo chiaro cosa vi stiano vendendo. Purtroppo il mercato su internet funziona anche così, e le offerte di fibra o ADSL aziendali non fanno eccezione. In questa sede faremo riferimento soltanto alle offerte di connettività aziendale, non quelle domestiche insomma bensì quelle per uffici, aziende e realtà che magari vivono in luoghi poco agevoli per avere una connessione.
Purtroppo l’Italia sembra che si stia adeguando molto lentamente all’andazzo tecnologico attuale, e questo si riflette nel noto problema del digital divide: ci sono zone in cui l’internet veloce è solo un miraggio, e ce ne sono altre in cui invece potete procurarvi internet quasi “dalla fonte”, sfruttando appieno la banda a disposizione mediante una delle tante connessioni di tipo FTTTx (Fiber To The X). Ci sono moltissime possibilità ulteriori: se ad esempio avete un’azienda in una zona industriale logisticamente difficile da cablare o raggiungere, un’idea potrebbe essere quella
Un primo criterio per scegliere la connessione ideale è senza dubbio legata a due parametri fondamentali.
Che cos’è la latenza
Questo parametro è uno dei pochi ad essere effettivamente “tangibile“: si tratta di una sorta di tempo di “attesa”, genericamente parlando, che viene impiegato per far raggiungere il pacchetto internet a destinazione o per restituire uan risposta al mittente. Una connessione client server classica, infatti, come potrebbe esserla quella del nostro browser connesso ad un sito internet, è composta da numerosi passaggi intermedi che noi non vediamo, e di cui fa parte la suddivisione dei messaggi in “pacchetti“.
L’invio di questi pacchetti può essere ritardato in un punto qualsiasi della connessione, che per quanto riguarda una pagina web può essere riassunta in un diagramma detto “a cascata” (waterfall in gergo) in cui possiamo vedere il contributo di ogni singola connessione HTTP(S) che viene sfruttata per “ricomporre” e far apparire una pagina web:
Questo waterfall indica il tempo di caricamento legato ad ogni singolo file (CSS, JS, immagini, video), ed ogni barretta colorata indica il tempo che impiega quel componente a concludere il caricamento. Il tempo di latenza è indicato con l’etichetta waiting, in questo caso:
In realtà il rendering della pagina HTML (o composizione del DOM) è un po’ più complicato perchè esistono dipendenze – della serie: un file A può non concludere il caricamento, se prima non ha finito un altro file B – ma per capire la latenza basta considerare la parte di caricamento legata ad un’attesa (l’utente finale la percepisce come attesa perchè non sa nel dettaglio cosa stia succedendo), ovvero un generico tempo di inattività in cui non si invia e non si riceve, e che può dipende da svariati fattori:
- connettività, congestione e condizioni della rete in quel momento;
- altri fattori non legati alla connettività come, ad esempio, la progettazione del sito, l’uso del minify e così via.
Cos’è la larghezza di banda
La larghezza di banda non va confusa con la “banda”, e rappresenta la quantità di informazione trasmissibile sul canale di comunicazione, rappresentando quindi anche un limite massimo. Viene usualmente espressa in Gbit (più frequente) oppure in GByte (più raro). Il motivo per cui è un limite massimo o upper-bound è legato al fatto che poi, nella pratica, la velocità della connettività ad internet è variabile, ed è influenzata da numerosi fattori esterni ed interni, infrastrutturali, legati alla configurazione specifica, di hardware e/o di software. La larghezza di banda, formalmente, indicherebbe la misura dell’ampiezza di banda dello spettro di un segnale; nell’uso pratico è diventato associato (pur non essendo un sinonimo) di “velocità massima” della connessione.
Da contratto, tutti gli operatori di internet veloce sono obbligati per legge a garantire un minimo “sindacale” di velocità da contratto, quindi fate sempre riferimento al contratto per dubbi o perplessità in merito. La velocità è influenzata dal traffico e dalla congestione di rete del momento: ma c’è un altro fattore che la influenza che è legata al mezzo utilizzato. Ad esempio:
- il doppino telefonico in rame tipico delle ADSL arriva fino a 1Gbps, anche se alcuni esperimenti avrebbero dimostrato la possibilità di spingersi fino a 10 Gbps (solo in condizioni da laboratorio, a quanto pare). Ciò tipicamente sembra poter avvenire solo su piccolissime distanze (fino a 400m, motivo per cui si può sfruttare questo principio per realizzare connettività FTTx di ottima velocità anche in presenza di fibra-rame o solo doppino inrame)
- la fibra permette di raggiungere fino a 2Gbps.
Come scegliere la connettività aziendale?
Ci sono vari parametri da tenere in considerazione, tra cui – come abbiamo visto – la valutazione della connettività in termini dei due parametri succitati. Questo pero’ comporterebbe poter testare la linea prima di comprarla, cosa ovviamente non sempre fattibile – per cui si opta per un criterio di riconoscimento delle offerte più blando e più flessibile da applicare:
- il fatto che siano previsti o meno interventi tecnici per l’adeguamento (che significa maggiori costi per l’azienda, ma anche maggiori benefici);
- le idee chiare su eventuali altre tecnologie che possono essere sfruttate (esempio classico: internet satellitare);
- la disponibilità di tecnici o ingegneri specializzati in caso di problemi sulla linea;
- supporto tecnico per tutte le ore necessarie (per alcune aziende internet può servire letteralmente 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, anche fuori dal classico orario d’ufficio)